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Gen. 21.

Voi sapete benissimo che…

Ho appena ricevuto un invito ad un matrimonio che mi ha fatto scolorire la tinta! Non parlo solo del fatto che andare a un matrimonio è un debito, per via di regali e abiti, ma proprio per come è stato redatto…Con totale mancanza di conoscenza di quelle due o tre regole fondamentali del galateo. Cosine banali, ma che servono… ad esempio ora e luogo… 😉

Non sto ad addentrarmi in altri particolari legati alla scelta di colori e materiali, perchè quella è dovuto al gusto personale, dico solo che ci vuole poco a rendere un biglietto "elegante"… Un bel cartoncino, una bella calligrafia…  E magari la padronanza di alcuni luoghi comuni come la sigla R.S.V.P., che altro non è che la formula rubata ai francesi Répondez S’il Vous Plait, oppure la più italiana S.P.R., con le quali chi vi ha mandato l’invito chiede di confermare con una risposta la vostra presenza. Voi lo farete entro ventiquattro ore! E’ buona educazione farlo e farlo in fretta!

Oltre a questo, in basso a sinistra, ci può essere l’indicazione del dress code, ossia il modo in cui vi dovrete vestire per essere adeguati al tono della serata. Se l’invito è per un party, un pranzo, un opening di una serata a teatro, o un matrimonio celebrato dopo le sei di sera, potreste imbattervi in una cravatta nera e per favore non presentatevi in cravatta nera sul serio! Black tie o cravatta nera vuol dire abito da sera (lungo o corto) per le signore e smoking per i signori. Oppure, secondo le ultime mode, si può aggiungere un “CVV” che non è altro che un “come volete voi” ossia via libera al mix-matching. In cerimonie davvero molto formali troverete un white tie, che ancora una volta non chiederà una cravatta bianca ma vi presenterete in frac e abito da sera rigorosamente lungo e formale possibilmente con guanti.
Davvero pensate che smart casual significhi jeans e maglietta? In realtà si cerca di sottolineare unicamente il fatto che non si desidera un tono particolarmente formale per l’occasione evitando all’invitato di presentarsi troppo habillé.

Tutto questo per dirvi che sull’invito da me ricevuto non c’è nulla di tutto questo, quindi la domanda mi sorge spontanea… Vuoi che confermi oppure andrai a caso e il giorno del matrimonio rischierai di avere troppa roba per i tuoi ospiti, o peggio ancora, il contrario?

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Gen. 19.

Max e Benetton

A conclusione di una giornata delle sfilate milanesi dedicate alla moda uomo, mi sono ritrovata con un negroni in mano nel megastore Benetton di Corso Buenos Aires a Milano, dove in collaborazione con la rivista Max, era stato organizzato uno “special event” fatto di shopping e shooting. Erano presenti alcuni giocatori del Benetton Rugby, e sullo sfondo di uno shooting fotografico, si poteva curiosare un’anteprima delle collezioni uomo primavera-estate 2011 United Colors of Benetton e Sisley.
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Gen. 18.

Women’s Fashion Hats

Ma che meraviglia! Adoro i cappelli e gli accessori per la testa, se sono strani, come questi, meglio ancora! Adoro anche quelli che, semplicemente tengono caldo o proteggono dalle intemperie… ma questi… questi sono top!

Un vecchio proverbio dice: ‘if you want to get ahead and get noticed, then get a hat’.

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Gen. 13.

Norway Dress Code

… e andar per saldi

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Gen. 12.

Andar per saldi è anche…

… lottare, lottare, lottare… e che vinca il/la migliore! 😉

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Gen. 11.

Freddo e Saldi? Ok!

Freddo?… Ma no, camminando tra i negozi , passa tutto! 🙂

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Gen. 11.

Una vita in più di Antonella Boralevi

Antonella Boralevi è una giornalista con anni di esperienza nel campo della comunicazione, la sua storia racconta di un articolo scritto velocemente alla "Rivista dei Calzaturieri di Santa Croce sull’Arno", dal titolo "Ritrovata a Certaldo la scarpa del Boccaccio?" che segnò il suo battesimo nel mondo del giornalismo. Da li allo scrivere commenti sulla prima pagina de “Il Messaggero”, o su Donna Moderna, o su AD, poi MAX, e il Nwe York Times, il passo è stato breve. “Ho cominciato a Vogue, poi sono stata a Panorama, nella redazione di cultura e spettacolo. E ho cominciato contemporaneamente a scrivere i miei libri. Avevo poco più che vent’anni e per farmi prendere sul serio indossavo le giacche di Armani: devo tutto a quelle giacche. Ho continuato in parallelo a scrivere libri e a scrivere sui giornali: rubriche, soprattutto e interviste”. La sua carriera continua e, proprio in queste vacanze di Natale, ho letto il suo ultimo lavoro dal titolo “ Una vita in più” e mi è piaciuto! E’ veloce e scorrevole, scritto bene e comprensibile e tratta, attraverso l’incrocio di personaggi dalle esistenze così diverse, problemi attuali, in cui molti possono riconoscersi. Lola, è un’umile ragazzina entusiasta e piena di stupore, Ernesto è un professore universitario cinquantenne, solo e abitudinario, Michele, uno studente universitario, e poi Josè… Insomma un bel melange di sentimenti e situazioni che toccano il cuore di diverse generazioni, un’ottima idea regalo, che non passerà di moda!

"Gli do un bacino sopra la barba che sa un odore buono di fumo e lui ci mette sopra la mano e poi se la appoggia sul cuore. Allora gliene butto un altro, e poi un altro, mi piace un sacco mandare baci e vedere le facce contente. Un bacio non costa nulla e fa star bene".

Buona lettura!

 

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Gen. 10.

Ciao, sono Manu e nessuno mi capisce

Potrebbe sembrare una frase da alcolisti anonimi o da shopper compulsivi (vedi I love shopping) e in effetti è proprio così! Non faccio parte di nessuna delle due categorie, ma a volte, ultimamente sempre più spesso, mi sembra di far parte di una categoria di incompresi.

Da bambina volevo fare la stilista, tagliavo e cucivo tutto il giorno, grazie alla nonna sarta che mi insegnava. Da ragazzina disegnavo modelli, sognavo il liceo artistico e una carriera da Armani (già, all’epoca era il mio sogno!). Al momento di scegliere la scuola mi indirizzano verso cose più "razionali" dicendomi che avrei sempre potuto coltivare la mia passione… Una volta buttata nel mondo del lavoro è stato lo stesso… messa ad una scrivania a sospirare altro nelle pause… continuando a coltivare la mia smisurata passione…

Da grande (oggi ) ho sempre la stessa smisurata passione e non ho più un lavoro, o meglio quella che era la mia banale, noiosa, monotona scrivania, chiamatela come volete, ma quella che mi dava da mangiare si è trasformata in un part time a metà stipendio (yuppie… e non vi dico quanto sono felice 😕 ). Ho avuto questa notizia il 23 dicembre… un bel regalo di Natale e, anche se fingevo di nulla, ci ho messo fino ad ora a raccontarvelo, perchè io stessa dovevo ancora digerirlo. Ne ho parlato solo con alcune persone, quelle che mi sono vicine, ma pochissime… ora mi sembra giunto il momento di dirlo anche a Voi che, comunque fate parte della mia vita.

 

 

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Gen. 10.

Andar per Saldi

scarpe e polacchini...

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Gen. 07.

Per avverare i desideri…

… per saldi devi girare… 😉

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